La conoscenza e la concomitante valorizzazione del patrimonio orafo disseminato nei territori della Diocesi di Acerenza, qui marca una nuova tappa grazie alla rilettura critica di alcune opere già note, al felice recupero di inedite suppellettili nonché a nuovi documenti archivistici che all’unisono riflettono la lunga storia religiosa e artistica della sua gente, dei feudatari che esercitarono il loro dominio in queste contrade e degli alti rappresentanti della Chiesa locale. A tutto ciò, purtroppo, va anche segnalata la recente dispersione di taluni oggetti (rispettivamente a Pietrapertosa e a Pietragalla) già inventariati nelle schede ministeriali della Soprintendenza regionale che, di fatto, ha impoverito la consistenza patrimoniale di questa stessa circoscrizione ecclesiastica. Tra i pezzi degni di nota che la Diocesi può ancora felicemente vantare, non si possono non citare le due stauroteche in cristallo di rocca di Acerenza e di Banzi, tra loro cronologicamente distanti, il bacile di manifattura limosina di Acerenza e il raffinatissimo riccio di pastorale in avorio, da un secolo ormai trasmigrato dalla cattedrale acheruntina al Museo Nazionale del Bargello di Firenze. Raro nella sua tipologia è il leggiadro portampolle in rame dorato di Anzi, il cui impianto e i fitti decori rimandano ad architetture tardogotiche di area spagnola e dei domini aragonesi del Mezzogiorno d’Italia; al suo interno si collocano tre eleganti vasetti per olii santi in argento di segno squisitamente rinascimentale.
Dettagli
Formato: cm 22x22
Pagine: 72
Illustrazioni: 48 a colori, 22 in bianco e nero
ISBN: 978-88-8431-933-3
Anno di pubblicazione: 2025